dal mare della Costa Azzurra a Bardonecchia in sci
Eccoci finalmente di ritorno da una delle traversate più belle e affascinanti che abbiamo mai vissuto. In realtà preferisco definirla un vero viaggio, si con la V maiuscola. Un Viaggio perché fin dall’inizio nel gruppo si è creato quello spirito giusto, da viaggiatori, dove la cosa importante era arrivare “dall’altra parte”, al prossimo rifugio o villaggio. Immersi completamente in questa avventura il nostro scopo era quello di spostarci per le montagne, di conoscere gente nuova, di vivere per una sera come ospiti in villaggi isolati, in vallate selvagge. Di raccontare da dove arrivavamo e dove saremo andati.
Beh questa è stata una parte importante di questo viaggio, conoscere delle belle persone, scambiarsi dei sorrisi sinceri con la promessa di rivedersi, ma non con appuntamenti segnati e rigidi come siamo abituati oggi ma con lo spirito del viaggiatore.
“Siamo stati benissimo qui. Ripasserò a trovarti, non so quando, ma ripasserò!”
Per organizzare questo viaggio c’è andato un po’ di tempo. Studiare bene dove passare, valutare la difficoltà degli itinerari, trovare delle vie di fuga o secondarie in caso di mal tempo. Anche contattare tutte le strutture, i trasporti, conoscere un sacco di gente al telefono sperando siano affidabili. Insomma il viaggio lo inizi già a casa qualche mese prima…
L’idea è quella di partire da Nizza e, attraversando il Mercantur, l’Ubaye e poi il Queyras arrivare a Bardonecchia.
Sparsa la voce di questa traversata, il gruppo di partecipanti è da subito numeroso. Ho bisogno di una mano. Bisogno di una guida sorridente ma affidabile e cosi chiamo Carlo che si dimostra subito entusiasta!
Dico sorridente perché, da come vedo io questo lavoro, è molto importante fare stare a proprio agio le persone. Essere divertenti ma allo stesso tempo affidabili, siamo noi guide che per primi dobbiamo trasmettere l’emozione che si prova in montagna!
Voilà il gruppo è fatto, le due guide sono pronte. Si parte.
Cosi una mattina mi alzo presto, è ancora buio, prendo il mio zaino, gli sci e gli scarponi e salgo sul treno, direzione Nizza. Sono emozionato.
Durante il viaggio verso Torino inizia a riunirsi il gruppo. Beppe, Cristina, Girolamo, Gioachino, Omar… Con Thierry e Dorothee e la loro grande famiglia abbiamo appuntamento direttamente a Nizza.
Se a Torino, che è una città attorniata da montagne, qualcuno ci guardava con occhio interrogativo pensate un po’ quando abbiamo cambiato treno a Ventimiglia e poi siamo arrivati alla stazione centrale di Nizza!!! Una decina di individui vestiti da montagna, tutti colorati con sci in mano e zaino con su gli scarponi da sci…che spettacolo!
Arrivati al mare la prima cosa è stata fare subito una foto con i piedi a bagno! Fa bruttino e fa freddo, tutti ci guardano un po’ straniti…
Siamo al punto 0 da qui inizia la nostra avventura…
Ovviamente a Nizza la neve non c’è e quindi prendiamo un taxi per raggiungere St Dalmas Le Selvage. Da qui inizieremo a camminare.
In questo piccolo borgo di montagna conosciamo le prime belle persone del nostro viaggio. Siamo ospiti da Laurence al Gite de Presbytere e mangiamo un ottima cena al Restaurant de l’Etoile. Ottimo cibo, accoglienza strepitosa e un bel sorriso garantito. Se passate di la andate a trovarli!
Passiamo una bellissima serata e il gruppo è subito affiatato. Tutti con il sorriso e carichi per affrontare questo lungo viaggio.
Il giorno dopo ci svegliamo con il cielo blu e un gran sole, perfetto!
Dopo qualche chilometro sulla strada del Col de La Bonette, grazie ad un buon ma sicuro innevamento risaliamo direttamente verso il Salso Moreno, un magnifico altopiano al confine con l’Italia. Qui incontriamo 4 svizzeri con l’intenzione di scendere su St Dalmas. Queste saranno le uniche persone incontrate per le montagne in tutta la nostra traversata.
La nostra meta è il Pas de la Cavale a 2671m, il primo e il più difficile colle di tutta la traversata. Arrivati alla base saliamo diretti alla piccola forcella sci in spalla. Il panorama è magnifico e da qui ci aspetta una lunga discesa fino a Larche.
Il Vallon de Lauzaniere è davvero immenso e ci porta via un sacco di tempo. Fortunatamente quasi alla fine incrociamo una bella pista da fondo che in discesa ci porterà fino a Larche, davanti al nostro Gite.
Da qui il nostro viaggio è “in discesa”, infatti a parte l’ultima tappa, questo primo giorno sarà il più lungo di tutta la settimana!
A Larche ci rilassiamo con qualche birra davanti al caminetto del bel Auberge de Lauzaniere, dove stiamo veramente bene. A causa di una frana sulla strada che porta a Larche Il paese è deserto, non ci sono turisti e cosi l’alberghetto è tutto per noi! Ma che bello…
Usciti di fatto dal Parco del Mercantur l’indomani ripartiamo per il Col de Mallemort 2558m sotto un bel sole. Siamo nell’Ubaye. Scendiamo sui laghi del Vallonnet in una neve da sogno per risalire al colle omonimo. La giornata è meravigliosa e questa zona si presta veramente bene allo scialpinismo.
Dal colle ci lasciamo scivolare fino al selvaggio paesino di Fouillouse, un piccolo borgo incastonato in una valle bella e solare. In un posto così piccolo e apparentemente poco frequentato troviamo un gite d’etape, purtroppo con un cartello sulla porta che apriva più tardi perché il gestore era via in gita. Peccato una birretta su quella terrazza sarebbe stata sicuramente rigenerante…
E’ curioso vedere delle attività commerciali in paesini cosi sperduti, abituati alle grandi stazioni dove o c’è un certo guadagno oppure si chiude! Nonostante tutto ancora in molte zone probabilmente la qualità di vita e la semplicità vengono messe al primo posto!
Scendendo a Fouillouse costeggiamo il massiccio dello Chambeyron. Si tratta di un piccolo gruppo di montagne veramente bello e selvaggio, perfetto per lo scialpinismo. Sicuramente che sia quest’anno o il prossimo organizzeremo il Tour dello Chamberyon! Mi raccomando state sintonizzati…
Ritornando a noi, da qui raggiungiamo il paesino di Maljasset, un altro gioiello. Questa valle è la principale dell’Ubaye infatti è percorsa dall’omonimo fiume. Nella stagione fredda la strada viene aperta solo fino a Maljasset.
Questa volta siamo ospiti di Stephan che gestisce il rifugio del CAF. Un bel rifugio, un bel ambiente e birra buona. Siamo contenti e felici…
Con Stephan ci eravamo conosciuti in Val di Susa tantissimi anni fa per poi rincontrarci, a sorpresa, qui, persi in mezzo a queste montagne. Il mondo è proprio piccolo…
Siamo euforici e sempre più affiatati! Tutti noi abbiamo legato fin da subito, siamo tutti amici con un unico scopo: divertirci, stare insieme e arrivare a Bardonecchia!
Non è facile che in un gruppo vadano tutti d’accordo ma d’altronde, come dicevo scherzosamente a tutti, io e Carlo li avevamo ben selezionati!!
Dopo una bella dormita è ora di ripartire. Il tempo è sempre splendido e cosi decidiamo di salire al Col Albert 2846m. Da qui viste le buone condizioni saliamo verso la Tete du Rissace 2965m.
Il bello di affrontare questo viaggio da sud a nord è che tutte le salite si fanno al sole e tutte le discese a nord con neve polverosa! Infatti anche questa volta ci lasciamo scivolare fino a Ceillac su una neve da sogno, fresca e polverosa. Wow!
Passato questo colle siamo ufficialmente nel Queyras, regione francese che ospita il famoso Parco Naturale del Queyras.
Qui a Ceillac, dove sorge anche una piccola stazione sciistica, ritorniamo un po’ alla civiltà. Scendendo per le piste diamo un po’ nell’occhio, forse a causa dei grandi zaini, della barba lunga e della nostra abbronzatura. Qualcuno ci chiede se stiamo facendo il tour del Queyras e quando gli diciamo con soddisfazione che siam partiti dal mare appena qualche giorno prima, sono tutti stupiti e si complimentano con noi! Ma la strada è ancora lunga…
A Ceillac dormiamo al gite Les Baladins, anche qui stiamo bene. Il vantaggio di scendere nei villaggi ogni sera è quello di potersi fare una doccia e magari due passi in paese. Cosa impossibile nei rifugi di alta montagna.
Iniziamo a sentire aria di casa infatti in questa valle vengo spesso con i miei clienti per le cascate di ghiaccio…
Sempre con un bel cielo blu, l’indomani partiamo alla volta del col du Fromage 2386m, una delle tappe più belle di tutto il viaggio. Si, infatti si tratta di un posto veramente particolare. Durante questa tappa realizziamo che anche la conformazione delle montagne è cambiata in questi giorni, non è vero che le montagne son tutte uguali!
Dal colle scendiamo su 30 cm di polvere da urlo per poi ripellare per guadagnare una spalla che ci darà l’accesso a Les Vallonnets. Fortunatamente ci sono buone condizioni di neve, sicure, altrimenti questo posto potrebbe diventare davvero pericoloso costringendoti ad allungare la giornata.
Scendiamo in questo selvaggissimo vallone al cospetto della biforcuta Pointe de la Selle. Alla fine un po’ di crosticina ci suggerisce di prendere la route forestale.
Tutto a un tratto, in un tornante della strada, vediamo sbucare il castello! Chateau Queyras…ci siamo!
Da Chateau Queyras saliamo per la notte a Souliers, forse uno dei più bei villaggi di montagna visitati questa settimana, a 1816m. Qui siamo ospiti da Melanie che ci accoglie subito con un bel sorriso in uno chalet a dir poco bellissimo! Il gite Le Grande Rochebrune è una vecchia grangia trasformata in gite d’etape con una sala da pranzo tutta in legno, calda e accogliente. Una grande vetrata protratta verso il fondo valle ci fa godere di un tramonto da favola. Anche qui siamo soli…perfetto!
Questo gite è veramente bello. La sua posizione dominante sul paese lo rende unico. Melanie è simpatica, sorridente e anche una brava cuoca. Se passate da quelle parti vi suggerisco di fermarvi a dormire.
Quella sera, forse sentendo sempre più aria di casa, scatta una mezza festicciola. Beviamo del buon vino e l’umore di tutti è alle stelle! Ormai siamo una grande famiglia…
Fino ad ora siamo stati fortunati ad avere sempre bel tempo, ma non può durare per sempre no? Infatti il giorno dopo ci svegliamo sotto una leggera nevicata…
Non importa, anzi, fa più ambiente, d’altronde siamo in montagna!
L’alta valle e in particolare il Pic de Rochebrune sono immersi nelle nebbie. Salendo verso le Bergerie de Souliers con Carletto decidiamo di deviare verso il col de l’Izoard, più basso e con più visibilità.
Per far questo saliamo al col du Tronchet 2347m per poi traversare i grandi pendii meridionali della Côte Belle e arrivare sulla strada del col de l’Izoard. Giungiamo all’altezza della Casse Deserte che in estate è molto bella ma in pieno inverno e sotto una nevicata beh…diventa uno sballo.
Continua a nevischiare, c’è un ambiente bellissimo. Cosi, giunti al colle, facciamo ancora uno sforzo per salire al col Perdu 2479m per goderci una bella discesa fino a Les Laus. Arriviamo all’Auberge de l’Arpelin sotto una bella nevicata, questa notte ci fermiamo qui. E’ l’ultima sera in rifugio prima di arrivare a Bardonecchia.
Qui ci raggiunge Susy con 3 bottiglie di prosecco! Wow che sorpresa…brindiamo, siamo felici, siamo vicino a casa! Si, ce l’abbiamo quasi fatta…
Si va a dormire presto. L’indomani ci aspetta una lunga tappa. La sveglia è alle 5.
Appena sveglio guardo fuori, come ogni giorno. Nevica, ci saranno una decina di cm per la strada.
E’ bellissimo. Calzati gli sci, alle luci delle frontali, scivoliamo giù fino a Cervieres.
E’ tutto irreale, in giro non c’è nessuno.
Messe le pelli risaliamo i bei mammelloni che ci porteranno al Sommet des Anges 2459m. Continua a nevicare ma siamo tutti in forma e…felici.
Arrivati in cresta e, vedendo le piste di Monginevro, un po’ di euforia ci avvolge. In effetti abbiamo tutti sciato tante volte su queste piste e ci sentiamo già a casa…ma c’è ne ancora un pezzettino. Ci beviamo un buon caffè per riscaldarci e ripartiamo.
Scesi in paese ci aiutiamo con un impianto per guadagnare un po’ di dislivello…ma in un attimo siamo di nuovo soli, con i nostri sci e le nostre pelli. In un ambiente surreale e fantastico ci dirigiamo verso il col des Trois Frères Mineurs 2586m.
Il sole fa capolino dietro le nubi, c’è una luce pazzesca, le nebbie corrono veloci modificando continuamente il paesaggio…in tutto questo mare bianco spiccano solo le giacche colorate di questo gruppo di viaggiatori!
La discesa verso i Chalets des Acles è bellissima!!! Nella notte ha nevicato molto e ci regala una sciata in 30 cm di polverella goduriosa!
L’ultima salita al col des Acles la facciamo sotto una leggera nevicata, l’ambiente in questi boschi è magico.
Man mano che salgo inizio a intravedere la Guglia del MezzoDi, a cui sono molto affezionato.
Ci siamo, tutto a un tratto siamo sul colle, l’ultimo colle!
Siamo felici. Siamo euforici. Siamo soddisfatti.
Non sembra vero ma ce l’abbiamo fatta! Ci abbracciamo tutti e non nascondo di essere emozionato…ma fortunatamente ho gli occhiali da sole!
Siamo tutti emozionati e felici ma per me forse ha ancora più importanza. Son partito dal mare con un socio d’eccezione e un gruppo formidabile e, con le mie gambe, sono arrivato a casa, nei boschi dove sono cresciuto! Wow!
Come ultima prova mi trovo sotto il passo della Mulattiera nella nebbia più assoluta a cercare quella pianta secca, a cercare quel punto di riferimento dove passo in ogni stagione, da non so quanti anni…e non riesco a trovarla! Sembra di essere dentro un bicchiere di latte.
Maledizione eppure deve essere qui… Carletto mi da una mano, guardiamo il GPS e io non voglio rinunciare a passare di li. Quel punto segna l’ingresso di un bel bosco, ci tenevo a concludere questa avventura con una sciata tra quei larici!
Tutto a un tratto un colpo di vento porta via per un attimo la nebbia e cosa vedo sotto di noi? La pianta secca ahah…che soddisfazione! Beh dai l’avevo mancata di 50 metri!
Adesso è davvero fatta…ci buttiamo giù nel bosco, la neve è magnifica e il gruppo come sempre al top! Non sentiamo più la fatica, siamo tutti gasati e in poco tempo arriviamo a Bardonecchia con gli sci ai piedi!
E’ stato veramente un viaggio strepitoso.
Abbiamo conosciuto delle belle persone, con cui rimarremo sicuramente in contatto e visitato paesi e vallate magnifiche.
Abbiamo fatto delle belle curve, visto grandi montagne, scattato belle foto ma sotto l’aspetto umano sicuramente sarà un ricordo indelebile…
Grazie a Beppe e Cristina, Girolamo, Omar, Gioachino, Thierry et Dorothee, Heloise, Clemence, Matthieu e Adrien…siete stati un gruppo veramente al top!
E un grazie enorme va al mio socio Carletto che si è dimostrato una bravissima guida, sempre simpatico e affabile con tutti ma allo stesso tempo professionale e preciso.
Lavorare cosi è un piacere e i benefici sono per tutti.
E grazie anche a Susy che ci ha portato il prosecco!!!
Noi abbiamo l’intenzione di continuare la nostra traversata. Il prossimo anno ci si ritrova a Bardonecchia e con gli sci si partirà per Chamonix!
Io, fossi in voi mi iscriverei già da subito…
Alla prossima avventura!
Ecco qualche pillola del nostro viaggio:
- quasi 130km con gli sci ai piedi
- quasi 7000 metri di dislivello positivo
- 14 colli superati
- non si è rotto niente!
- non abbiamo tenuto il conto ma, tanti litri di birra
- gruppo che vince non si cambia: 6 giorni di sci con 5 di cielo blu e sole pieno!
- ho preso il punto GPS della pianta secca
- è vero che la lana merinos non puzza
- l’acqua di Nizza non è fredda a febbraio
- a Les Laus volevano farci pagare le bustine di the