Il Tour de la Meije è uno dei raid in sci più prestigiosi delle Alpi. La Meije si trova nel Parc National des Ecrins è alta 3984m ed è una delle cime più importanti del parco.
Questo tour è destinato a scialpinisti affermati, infatti non lascia niente all’immaginario in termini di solitudine ed impegno. Si è persi nelle pieghe di queste belle e aspre montagne, ci si sente avventurieri a cercare i passaggi segreti per svalicare da una vallata all’altra. I rifugi sono piccoli, senza troppe comodità, ma super accoglienti.
Quest’anno sono in partenza con Thierry e Dorothèe e i loro due figli. Ci ritroviamo a Pied du Col carichi di entusiasmo e voglia di viaggiare. Stasera dormiremo al refuge de l’Alpe de Villar d’Arene per smaltire il viaggio e acclimatarci per bene. Arrivati al rifugio notiamo subito il prato gremito di scialpinisti che si rosolano al sole raccontandosi a vicenda le discese della giornata, le traversate o i prossimi progetti da realizzare.
Subito ci sistemiamo e ci allineiamo alla vita da rifugio: ci rosoliamo anche noi al sole.
La mattina dopo si parte presto, la meteo annuncia lo zero termico molto alto e così alle 5.30 siamo già in marcia. Oggi risaliremo fino alle Sources de la Romanche poi fino a raggiungere il ghiacciaio de la Plate des Agneaux senza prendere troppa quota. Sembra quasi una vallata himalaiana. Da qui verso il Glacier Superior des Agneaux e quindi al rifugio Adele Planchard.
Questo rifugio è un vero nido d’aquila a 3169m, semplice e senza troppe comodità. Un posto davvero meraviglioso. Da qui possiamo salire alla Grande Ruine 3765m, un punto panoramico eccezionale su gran parte del parco.
L’indomani siamo di partenza, alla ricerca di uno dei famosi “passaggi segreti” del tour: il Col de la Casse Deserte 3483m. Partiti dal rifugio iniziamo con una corta risalita con le pelli fino a raggiungere il Col des Neiges 3348m che passeremo con picca e ramponi e sci in spalla. Siamo in vista del Col de la Casse Desertes, la neve è bella dura e portante, vale la pena di risalire fino alla base del canale con i ramponi.
Il Col de la Casse Desertes ci fa subito divertire. Dopo una bella risalita al sole arriviamo sulla stretta selletta. L’altro versante è all’ombra, bello ghiacciato e un pelo più ripido. Bene è ora di tirare fuori la corda! Con una discesa assicurata finalmente siamo alla base del ripido canale, è il momento di mettere gli sci!
Con una bella sciata sul Glacier de la Grande Ruine, zigzagando tra seracchi e immensi muri di roccia, raggiungiamo il Refuge du Chatelleret. Che bella discesa!
Siamo in vista dell’immensa e vertiginosa parete sud della Meije, la nostra destinazione.
Già, infatti il refuge du Promontoire 3082m, dove passeremo la notte, si trova proprio abbarbicato alla base della famosa cresta del Promontoire, la via “normale” per salire in cima al Gran Pic de la Meije. Cosi dopo ancora 800 metri di dislivello raggiungiamo il piccolo ma accogliente rifugio. Nevischia.
Il rifugio è pieno zeppo, bisognerà organizzarsi bene. Fredi e Nathalie ci accolgono con un bel sorriso e questo è sufficiente per farci sentire a casa. Passiamo una piacevole serata. Ormai dopo un qualche giorno si diventa amici con gli altri “viaggiatori”. Quando arrivi cerchi per vedere se son già li o se sono ancora in giro, ti chiedi se hanno fatto deviazioni o qualche cima in più di te!
In fondo la vita da rifugio mi piace, soprattutto in questi rifugi un pò più contenuti e familiari. Mi piace conoscere altri alpinisti raccontare e ascoltare aneddoti e avventure vissute in montagna, condividere una grande passione.
Siamo giunti alla tappa più affascinante. Ci svegliamo con il cielo blu e il mare di nubi sotto di noi…questi son privilegi. E’ meraviglioso.
Sci sullo zaino, ramponi nei piedi ci dirigiamo verso la Breche de la Meije 3357m. Salendo per un canale di neve si arriva alla breche, il vento freddo del versante nord ci investe. C’è un pò di tappo, dovuto alle altre cordate, che ci fa perdere un pochino di tempo ma fa parte del gioco. C’è chi scende a piedi c’è chi si cala con la corda per passare la terminale.
Sotto la terminale ci mettiamo gli sci e via giù per il ripido versante nord. Siamo al cospetto della ripida parete nord della Meije, dove vie storiche hanno fatto la storia dell’alpinismo, come la famosa “Z”. Fa un freddo becco. Rimesse le pelli risaliamo il Glacier de la Meije per aggirare alcuni grossi seracchi e giungere alla base del Passage du Serret du Savon, un altro “passaggio segreto”. Questo ripido canale ci porterà sul Glacier du Tabuchet in vista del Refuge de l’Aigle. Senz’altro questa è la tappa più emozionante di tutto il giro.
Il tour si sta concludendo, siamo giunti forse al rifugio più caratteristico e unico di tutto il parco. Questo nido d’aquila è eccezionale, piccolo ma con tutti i confort necessari per sopravvivere lassù. Dopo un abbondante cena passiamo la serata a chiacchierare dei prossimi progetti, viaggi e cime da conquistare.
Il rifugio è esposto in pieno est, la mattina alle 7 in punto il sole illumina tutto e rende questo posto ancora più unico e magico. E’ l’ultimo giorno, saliamo tranquilli fino alla Tete des Corridors 3734m per allungare un pò di più la discesa. La neve inizia a mollare un pochino, è il momento buono. Chiudiamo gli scarponi e scodinzolando tra seracchi e pinnacoli di ghiaccio imbocchiamo il Glacier de l’Homme che con una discesa mozzafiato di più di 2000 metri ci riporterà al punto di partenza del nostro tour.
Come al solito questo tour è eccezionalmente bello e intenso, selvaggio e ricco di emozioni. Queste montagne sono meravigliose ma un grosso grazie va anche a Aurélien dell’Adele Planchard, a Fredi e Nathalie del Promontoire e a Louis dell’Aigle che sempre sorridenti ci accolgono nei loro rifugi ogni volta pronti a farci sentire a casa…
Bravissimi Thierry, Dorothèe, Augusta e Hadrien che han tenuto duro e si son portati a casa questo bellissimo raid! Ora è il momento di organizzarne un altro…