L’Aiguille Dibona è una bellissima guglia di ottimo granito alta più di 300 metri. La sua forma ha attirato migliaia di scalatori di tutte le epoche. Prende il nome dalla famosa guida di Cortina, Angelo Dibona, che la salì per primo, smentendone la fama di inaccessibilità.
Ancor oggi ogni arrampicatore sogna di arrivare lassù su quella cima cosi stretta.
Dopo l’estate passata a pestar neve viene anche voglia di andare a scalare, magari su un bel granito, in un posto da favola e su una montagna “caratteristica”! Così, per guadagnare tempo partiamo presto presto da Bardonecchia per arrivare presto al rifugio, cosi da avere la possibilità di scalare una bella via già il primo giorno.
Inizialmente la cordata doveva essere composta da 3 “rocciatori” ma purtroppo Ale si infortuna a una spalla la sera prima e cosi deve rinunciare…peccato! Partiamo solo io e Andrea per una bella scorribanda all’insegna di fessure, placche, friends e chiodi…
Sulla parete sud, proprio dietro il Refuge du Soreiller, ci sono molti itinerari per tutti i livelli e per tutti i gusti.
Il primo giorno partiamo per la via Madier, storica, varia e davvero caratteristica.
E’ una bellissima via con poco materiale in loco infatti ci sono solo le soste e qualche chiodo e qualche spit ogni tanto. Gli spit messi qualche anno fa non intaccano certo l’ingaggio e l’identità della via…
Sono 300 metri di via con gradi che variano dal 4/4+ al 5+. Non è una via da sottovalutare infatti bisogna sapersi proteggere bene e avere un pò di senso dell’itinerario. In alto, alla cengia Boel, si possono percorrere numerose varianti più o meno difficili. Ma sarebbe un peccato non scalare la fessura Madier, fessura che rese famosa la via.
Più si sale più si stringe fino ad arrivare alle magnifiche “cannelures Stoffer”. Da qui con ancora qualche tiro di corda in vetta!!
La discesa si effettua per il versante opposto, dove Dibona passò per conquistare l’inaccessibile cima, con due corte calate e poi un pochino di disarrampicata.
Il secondo giorno avevamo in programma una salita alla Tete du Rouget. Siamo un pò stanchi e cosi optiamo per una bella vietta sui contrafforti sud della Dibona. Facciamo Speedy, su consiglio di Martine. Bella via, principalmente di placca e chiodata ma dove bisogna essere a proprio agio a scalare sul 5+/6a a “qualche” metro dall’ultimo spit.
Sicuramente un “endroit magnifique”, come dicono i francesi, con roccia super bella e compatta, un buon rifugio come base e l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda gli itinerari.
Grazie Andre per i bellissimi giorni passati in parete, ma la prossima volta…Tete du Rouget!!! Byez